venerdì 13 febbraio 2009

Il Quattrocento e la scuola fiamminga

Il Quattrocento fu un secolo molto importante per quanto riguarda la musica e le arti in generale, poichè l'attenzione si spostò dalla Francia, in cui nonostante l'apparizione del contrappunto l'arte rimane quasi vincolata al periodo gotico, all'Inghilterra e alle Fiandre.
Dalla morte di Machaut alla fioritura dei maestri fiamminghi si ha però un periodo di transizione riempito dai maestri inglesi, fra i quali emerge John Dunstable. La polifonia inglese infatti risultava più gradevole di quella francese per l'adozione delle consonanze imperfette di sesta e di terza e dall sempre maggiore influenza del gusto italiano di esaltare il sentimento, a volte a scapito del testo.
In questo periodo si ha anche una definizione maggiore per quanto riguarda le forme, vengono portate infatti ai massimi livelli musicali la messa e il mottetto. La prima raggiunse un'importanza e un'espressività paragonabile alla sonata settecentesca grazie anche all'aumento delle voci da tre a quattro (superius, altus, tenor e bassus) che diventarono uno schema ricorrente nei secoli successivi. Per quanto riguarda il mottetto, esso non è più una forma schematica (come lo era nel Trecento) ma acquista una maggiore liberà; il contrappunto è formato da melodie di senso compioto e non più da scialbi accompagnamenti.
La vera e propria rivoluzione apportata in questo periodo fu però lo sviluppo del canone, cioè la combinazione di una melodia ripresa successivamente da tutte le altre voci. Questa forma venne acquisita e fatta propria dai maestri fiamminghi, e poi adottata dai massimi maestri della polifonia rinascimentale, barocca e moderna.
Nei decenni intorno alla metà del secolo acquistarono una notevole importanza alcuni compositori che si è soliti indicare con il nome collettivo di Scuola borgognona, i cui più grandi esponenti furono Guillaume Dufay e Gilles Binchois.
Dufay nacque intorno al 1400 nell'Hainaut ai confini tra la Francia e il Belgio. I suoi contatti con l'Italia furono molto intensi: cantore della cappella papale dal 1428 al 1437, era stato prima al servizio dei Malatesta a Rimini e in seguito ai duchi di Savoia.
Nonostante in lui la tecnica dell'imitazione a canone è ancora timida, nelle sue composizioni non riscontriamo mai un'estensione superiore alle tre voci, egli eccelse nella musica sacra.

Il primo dei maestri fiamminghi degno di nota fu Johannes Ockeghem, nato intorno al 1420 nella fiandra orientale. Egli fu ricordato principalmente come il compositore che sviluppò i più sottili artifici della scrittura canonica. Egli fu il primo compositore che sviluppò in modi articolati e vari il rapporto tra le quattro voci del tessuto musicale preparando la strada a Josquin Després.
Egli nacque nell'Hainaut (quindi conterraneo di Dufay) intorno al 1440 e fu riconosciuto dai suoi contemporanei e anche dopo la sua morte come il maggior compositore della scuola fiamminga. Di lui Martin Lutero disse: "Gli altri maestri devono fare come vogliono le note, ma Josquin è il padrone delle note, che hanno dovuto fare come voleva lui".
Després dispone di uno stile complesso eppure agile , che nella sua universalità sintetizza la dottrina fiamminga del contrappunto ed il principio italiano dell'armonia italiana dell'armonia tonale. Ma il merito storico di Josquin è l'attenzione da lui posta per la prima volta nella storia musicale nello stabilire rapporti di coerenza espressiva tra il testo e l'invenzione musicale.
Per questi meriti Josquin Després è considerato il primo musicista del rinascimento; l'integrazione espressiva tra la parola e il canto che egli per primo perseguì fu un principio al quale si rifecero i compositori europei della successiva generazione.

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