venerdì 16 maggio 2008

La musica ebraica e il canto presso i primi cristiani

Contrariamente alle altre popolazioni mediterranee, di cui la pratica musicale è testimoniata dalle produzioni pittoriche e scultoree, per quanto riguarda il mondo ebraico, quello che sappiamo ci è stato trasmesso attraverso la Bibbia, poichè essi non praticavano le arti ad eccezione della musica, che veniva usata per glorificare Dio.
In molti passi della Bibbia si parla di canti accompagnati da strumenti e talvolta da danze, con i quali gli ebrei trasmettevano i loro sentimenti di giubilo o di tristezza.
La musica ebraica toccò maggior splendore al periodo dei re; periodo a cui risale la composizione dei 150 salmi, centro della musica e del culto ebraico.
Studi recenti affermano che la matrice dei primi canti cristiani si trova nei modi esecutivi e forme propri della tradizione ebraica.
Queste forme erano la cantillazione, uno stile di recitazione intonata; il jubilus, un vocalizzo a volte molto estesosvolto su di alcune parole rituali (per esempio l'invocazione alleluja); e inoltre grande spazio nel culto ebraico, come già detto, occupava l'esecuzione dei salmi.

Dopo che il cristianesimo si diffuse, in seguito all'editto di Costantino e quindi finite le persecuzioni, si iniziarono a sviluppare, sempre sull'ombra della tradizione ebraica, differenti repertori locali che caratterizzarono i primi secoli del canto cristiano e che vennero poi unificati da papa Gregorio I Magno.
I principali repertori locali del canto cristiano furono il romano antico, l'ambrosiano, l'aquileiese, il beneventano in Italia; il mozarabico in Spagna; e il gallicano nella Gallia.
L'unico tra questi repertori che sia stato in parte conservato fino ai giorni nostri fu il canto ambrosiano (dal nome di S. Ambrogio che ne fu l'iniziatore).
A S. Ambrogio risalgono varie iniziative riguardanti il canto liturgico latino, a cominciare dalla diffusione degli inni, cantate soprattutto dai fedeli al tempo delle lotte contro i seguaci dell'eresia ariana. Inoltre S. Ambrogio adottò adottò il canto salmodico, l'esecuzione antifonica e il jubilus.
Durante i secoli bui della decadenza dell'impero romano la Chiesa di Roma e il papato acquistarono un peso e un'autorità principalmente religiosi ma anche politici.
Il rafforzamento di quest'autorità però richiedeva che la Chiesa presentasse un volto unico, non soltanto sotto l'aspetto dottrinale e teologico, ma anche sotto l'aspetto liturgico.
Il passaggio dai repertori locali ad un repertorio unico, cioè all'unificazione del canto sacro latino richiesero diversi secoli. Esso portò alla formazione del canto gregoriano.

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