giovedì 29 maggio 2008

La nascita delle prime monodie profane

In origine la musica del medioevo era destinata esclusivamente al culto religioso. Nonostante ciò i canti profani in lingua latina persistettero grazie ai giullari e i saltimbanchi, che giravano di corte in corte cantando brani in latino, che potevano basarsi su testi classici o su testi moderni.
Una testimonianza di questa musica profana sono i Carmina Burana, una raccolta di canti goliardici in latino risalente all'incirca al 1230. Questi canti però sono in un latino quasi maccheronico, che ha subito le influenze della lingua volgare. Questi furono poi ripresi all'inizio del XX secolo da Carl Orff che li riportò alla luce.
Un fattore che incentivò la creazione di musica profana fu la nascita delle corti, infatti i castelli non erano più solamente delle roccaforti di difesa ma ospitavano anche il signore e il suo seguito. Quando non c'era la guerra i signori e i cavalieri trascorrevano il loro tempo dedicandosi ad attività sportive e tornei, ma anche ad altre più spirituali, soprattutto la poesia e la narrativa. Fu in seno di questa società che nacque la poesia cavalleresco-cortese che si accompagnò alla musica; i suoi promotori furono grandi principi feudali, a cominciare da Guglielmo IX d'Aquitania, il primo dei trovatori.
In Europa si formarono principalmente tre grandi centri di poesia cortese:
  • In Francia meridionale, dove ci si esprimeva in lingua d'oc, si hanno i trovatori;
  • In Francia settentrionale, dove ci si esprimeva in lingua d'oil, si hanno i trovieri;
  • Nei paesi di lingua tedesca, dove ci si esprimeva in mittlehochdeutsch, si hanno i minnesinger.
Le forme con cui si esprimevano questi "poeti-musici" erano pressocchè le stesse in tutte le corti e si attenevano ai canoni della poesia cavalleresca.
La donna veniva adorata con artificiose espressioni e veniva quasi vista come un'essere inarrivabile. Solo tra i minnesinger questa elevazione si avvicina alla contemplazione religiosa e spirituale, l'omaggio alla donna si avvicina al sacro e al religioso.
Le forme più comuni erano la cansò (aveva una struttura molto simile a quella degli inni), la tenso o joc parti (sotto forma di dialogo tra un uomo e una donna) e la pastourelle (corteggiamento di una pastorella da parte di un cavaliere).

Quand je voy iver retorner (Colin Muset)

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